Meno ottimiste le imprese tedesche
12/11/2019 Autore: Maria Moro
La Germania si misura con gli scenari politico – economici mondiali e mostra segni di rallentamento che si riflettono sul peggioramento dei tempi di pagamento
La crisi della Germania comincia a farsi sentire tra le aziende che si mostrano preoccupate e riflettono l’incertezza in un peggioramento dei ritardi di pagamento. Lo evidenzia un’analisi di Coface, secondo la quale la fiducia delle imprese tedesche nel futuro è in forte calo, con solo il 20% delle imprese che ritiene il 2019 un anno positivo. Le aziende tedesche sono preoccupate dai rischi politici su scala mondiale: in particolare il 20% delle imprese attribuisce i rischi maggiori per la propria attività sui mercati esteri alla politica protezionista di Donald Trump e al conflitto commerciale Cina – Usa; il 15% si dice preoccupato dalla Brexit, un dato che solo nel 2017 corrispondeva al 3%. I cambiamenti su scala globale e la concorrenza internazionale sono tra le ragioni che hanno determinato maggiore pressione sulle imprese, con un riflesso sulla liquidità e i ritardi nei pagamenti.
Secondo l’analisi Coface 2019 sui pagamenti, realizzata su 442 imprese in Germania, i ritardi di pagamento registrati dalle aziende tedesche sono passati da una media di 29,8 giorni nel 2017 a 35,9 giorni nel 2019, con un superamento dei ritardi che riguarda 85% delle imprese contro il 78% due anni. Le dilazioni di pagamento a breve e medio termine predominano ancora sul mercato, con l’87% delle imprese che chiede pagamenti a 60 giorni (tempistica però molto più contenuta rispetto alla prassi internazionale).
Guardano ai singoli settori, i più interessati dai ritardi di pagamento sono il tessile-abbigliamento (dal 58% al 78% delle aziende), il commercio all’ingrosso e al dettaglio (dal 75% al 89%) e il settore automobilistico (dal 73% al 81%), ma risultano colpiti anche i settori della chimica farmaceutica e dei metalli. Al contrario, nei trasporti si nota una riduzione dei ritardi di pagamento (da 86% a 81%).
Nel generale pessimismo, l’unico settore che sorride è quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con quasi la metà delle imprese che definisce il 2019 migliore del 2018 per il proprio business.