L’azienda ideale secondo i millennial

07/04/2020 Autore: Chiara Zaccariotto

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Quali sono gli strumenti di welfare aziendale più apprezzati dagli under 35? Quali gli elementi che maggiormente contano nella loro vita professionale? Un’indagine di Edenred e Orienta traccia il profilo dell’ambiente di lavoro ideale secondo i millennial.

Quando si parla di welfare aziendale si pensa generalmente agli strumenti più diffusi, come i benefit per la famiglia e i figli, i fondi pensione, il sostegno per le spese mediche, sicuramente apprezzati dalle popolazioni aziendali mature. I millennial però, la generazione degli under 35, protagonista di un mondo del lavoro caratterizzato da rivoluzione digitale, on-demand economy e industria 4.0, hanno esigenze diverse e differente è la loro percezione del valore di questi benefit. Secondo un’indagine condotta da Edenred e Orienta, i più giovani sono orientati verso un’azienda rispettosa del talento e capace di valorizzare la loro vita personale e professionale, cercano possibilità di carriera, chiedono meritocrazia e benessere lavorativo. 

Alcune organizzazioni sembrano aver già compreso l’importanza di valorizzare le potenzialità dei dipendenti e, negli ultimi anni, hanno provveduto a cambiare i modelli organizzativi e la cultura aziendale per favorire la creazione di condizioni migliori di espressione delle giovani generazioni. Anche il welfare aziendale può svolgere un ruolo importante in questo contesto, offrendo una serie di beni e servizi e un modello di organizzazione del lavoro ispirato ai principi della flessibilità spazio-temporale, allo smart-working e al work-life balance, tenendo conto dei nuovi bisogni. 

Le aziende oggi stanno assumendo sempre più un ruolo sociale all’interno del modello di welfare, affiancando la leva del pubblico a quella del privato per costruire un’efficace rete di promozione sociale e lavorativa dei giovani. Il welfare aziendale rappresenta una soluzione utile ed efficace per tutte le tipologie di dipendenti, ma va calibrato secondo le aspettative del target di riferimento. 

Secondo la ricerca i millennial prediligono il lavoro intellettuale a quello manuale, sono propensi a fare esperienza professionale all’estero e sono più attirati più dal mondo delle start up. Sono convinti che il vero punto di forza, in azienda, siano le competenze e la formazione. Lo studio infrange alcuni luoghi comuni: al contrario di quello che si poteva pensare, ad esempio, per i nativi digitali hanno scarsa rilevanza gli ambienti che permettono libero accesso ai social network durante l’orario di lavoro (solo per l’1,01% è una priorità). Non è fondamentale nemmeno che le aziende offrano spazi di svago (1%), né che siano poco gerarchizzate (cosa considerata rilevante solo dal 9,94%). Altro dato inaspettato è che la maggior parte dei millennial (88,92%) preferirebbe un lavoro dipendente piuttosto che da libero professionista. I benefit che più contano, secondo la quasi totalità degli intervistati (95%), sono quelli che facilitano la realizzazione di una famiglia come buoni per baby sitter, rimborso asilo nido, permessi aggiuntivi per la paternità e maternità, bonus spesa specifici e così via. Un dato che non sorprende, soprattutto in un contesto dove insicurezza e difficoltà economiche costituiscono i principali ostacoli alla creazione di una famiglia. Offrire sostegni e benefit a supporto della vita personale e familiare dei collaboratori può divenire dunque per l’azienda un elemento di fidelizzazione e attrattività di nuovi talenti. Una buona azienda è infine anche quella che sa incentivare non solo a livello monetario: il 32,39% degli intervistati considera rilevante che siano previsti una serie di benefit come computer, cellulare, corsi di formazione, convenzioni con negozi e palestre, assicurazione sanitaria, viaggi.