L’orizzonte temporale dell’urgenza
16/03/2020 Autore: Chiara Zaccariotto
Le misure intraprese dai governi per contenere la pandemia stanno avendo un evidente "effetto collaterale" che, oltre a rappresentare un risvolto positivo di una situazione drammatica, dovrà rimanere come insegnamento per il prossimo futuro nell'affrontare riscaldamento globale e cambiamenti climatici.
L’Agenzia Spaziale Europea ha diffuso nei giorni scorsi questo video. E’ un’animazione composta dalle immagini riprese dal satellite Copernicus Sentinel-5P, che monitora il livello di inquinamento nei paesi europei, tra il 1° gennaio e l’11 marzo 2020.
In Italia è evidente un drastico calo soprattutto delle emissioni di diossido di azoto, specialmente nella pianura padana, con un andamento direttamente proporzionale alle misure di quarantena imposte dal governo. Tale riduzione è chiaramente una conseguenza diretta della chiusura delle attività, della riduzione dei trasporti (soprattutto aerei) e dello spostamento delle persone, misure che hanno portato ad una diminuzione delle emissioni globali mai registrata prima della crisi finanziaria del 2008.
In Cina, dove la medesima situazione si è verificata con qualche settimana di anticipo e il tempo di monitoraggio è stato più lungo, uno studio realizzato da Carbon Brief ha rilevato nei primi due mesi e mezzo dell’anno concentrazioni di diossido di azoto del 36% più basse rispetto allo stesso periodo del 2019. Le conseguenze sulle attività industriali e sulla vita quotidiana di milioni di persone hanno anche drasticamente ridotto le emissioni nazionali di anidride carbonica, di circa un quarto (100 milioni di tonnellate) inferiori rispetto all’anno scorso.
Se indubbiamente nessuno si augura che la situazione attuale duri ancora a lungo, è giusto e utile per il futuro riconoscere uno dei suoi risvolti positivi. Tutte le organizzazioni internazionali che si occupano di monitorare riscaldamento globale e cambiamenti climatici sono tuttavia concordi nell'affermare che, alla ripresa delle attività, basterebbero poche settimane per tornare ai precedenti livelli di inquinamento e “vanificare” i benefici di questa temporanea sospensione. Dovremo pertanto fare tesoro di quanto stiamo apprendendo, dell’evidenza che nel momento in cui vertici politici, istituzioni e mondo aziendale si uniscono in un unico intento, è possibile perseguire in modo coordinato e unanime il benessere dell’uomo. Dovremo ripensare l’orizzonte temporale della nostra concezione di urgenza, realizzare concretamente che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici lo sono, e che se riconosciuti e trattati come emergenza possono essere affrontati efficacemente.