Puntare sulle imprese “controvento”
19/06/2020 Autore: Redazione ANRA
La definizione indica quelle aziende e quei settori che nonostante la recessione iniziata nel 2018 rappresentano esempi vincenti per l’economia italiana. Una positività che può fare da guida alla ripartenza post – Covid19.
Da queste considerazioni nasce un approccio metodologico che, a partire da oltre 71mila società di capitali rappresentative della dimensione e configurazione strutturale della manifatturiera italiana (ricavi per 741 miliardi di euro e oltre il 70% del mercato), ha consentito di individuare un gruppo ristretto di imprese (4.829) in grado di navigare “controvento”. I criteri della definizione sono stabiliti da stringenti canoni di performance rispetto alle principali variabili economico-finanziarie: ricavi, EBITDA, valore aggiunto. Le soglie identificate richiedono una performance pari o superiore alla media manifatturiera e definiscono lo “standard di competitività Controvento”.
Le 4.829 imprese Controvento rappresentano il 6,8% delle imprese manifatturiere nel 2018, generano il 7,7% dei ricavi, il 12,3% di valore aggiunto e il 18,8% dell’EBITDA complessivo. Registrano ricavi in crescita almeno del 5% ogni anno, oltre l’11% tra il 2018 e il risultato ottenuto mediamente nei cinque anni precedenti, con un’elevata marginalità media (21,6% sui ricavi) che non subisce battute di arresto.
Paradigmatico della capacità di traino di questa componente minoritaria ma molto performante è l’andamento dell’EBITDA, il cui risultato finale 2018 (+0,7%) è l’effetto compensativo del +27% segnato dalle imprese Controvento e il -3,9% dalle Non-controvento (il 93,2% delle imprese manifatturiere).
LE CARATTERISTICHE DELLE IMPRESE CONTROVENTO
Anche a livello settoriale si possono individuare pattern specifici: alcuni comparti vedono accentuare la propria rilevanza, mentre altri al contrario subiscono un ridimensionamento. Questo anche perché all’interno di comparti con tassi di crescita moderati e/o negativi, possano essere individuate singole imprese che presentano un’innata capacità di realizzare performance di tutto rilievo, rispondendo in maniera efficace alle crescenti sfide competitive a cui è assoggettato il proprio contesto economico.
Analizzando il diverso contributo dei settori alla generazione delle tre principali voci economiche indagate nei due insiemi (Ricavi, EBITDA e Valore Aggiunto) Nomisma giunge all’identificazione di tre gruppi distinti:
- “Settori vincenti”, nei quali l’incidenza relativa delle tre variabili (Ricavi, EBITDA e Valore Aggiunto) è sempre superiore in Controvento: ne fanno parte tra gli altri il packaging e la farmaceutica;
- “Settori altalenanti” in cui rientrano comparti relativamente più competitivi su alcuni parametri, ma più deboli in altri. È il caso, ad esempio, dei produttori di autoveicoli che vedono sì diminuire il proprio apporto relativo in termini di ricavi in Controvento, ma rimangono oltre modo rilevanti nella generazione del margine con un sovrappeso di +4%;
- “Settori perdenti” in cui trovano spazio comparti che vedono contrarre la propria rilevanza su tutti e tre gli indicatori e le cui imprese presentano dunque una minor probabilità di entrare in Controvento.
PROSPETTIVE POST CORONAVIRUS
Nel momento in cui il paese deve affrontare l’emergenza Coronavirus diventa fondamentale che il gruppo di imprese che traina il paese riesca a non perdere troppo slancio.
Non va poi dimenticato che la generazione e l’accumulo di un buffer di liquidità e il mantenimento di una struttura finanziaria e patrimoniale solida diventano imprescindibili anche per fronteggiare eventuali situazioni di downturn, quale ad esempio l’attuale emergenza COVID-19. In tal senso, le disponibilità liquide generate e mantenute anche per esigenze finanziarie improvvise, sono diventate in questi mesi un polmone chiave per consentire la sopravvivenza stessa delle aziende.