Clima e gestione del rischio agricolo
29/07/2020 Autore: Paolo Spagna - Consulente Radarmeteo srl
Le imprese agricole sono esposte a molteplici ed eterogenei fattori di rischio esogeni, in particolare a rischi climatici, sanitari e di mercato. Oggi sono disponibili nuovi strumenti per il risk management che incontrano le specificità del settore.
L’impatto dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole e, di conseguenza, sulla redditività delle aziende agricole, è argomento di preoccupante e costante attualità sia a livello comunitario che nazionale.
Oltre alle iniziative agronomiche e gestionali che ogni singolo agricoltore può adottare per prevenire e mitigare il rischio a livello aziendale, l’impresa agricola deve valutare attentamente tutte le altre possibilità di trasferimento del rischio di produzione. A tal proposito, esiste in Italia un sistema strutturato di aiuti pubblici, che utilizzano risorse finanziarie europee e nazionali, finalizzati a favorire il ricorso a strumenti di gestione del rischio di tipo tradizionale (polizze assicurative agevolate collettive o individuali), ma anche a soluzioni innovative quali i Fondi Mutualistici e nuove tipologie di polizze sperimentali (polizze ricavo e polizze index based).
Per quanto riguarda i rischi di mercato, va ricordato che nel comparto agricolo italiano sono poco sviluppati strumenti di natura finanziaria (futures, options, ecc.) ritenuti, a torto o a ragione, troppo sofisticati e di difficile accesso per l’agricoltore. Anche la sperimentazione di polizze ricavo agevolate non ha avuto la diffusione sperata, sia per la scarsità dell’offerta sia per la diffidenza verso un prodotto innovativo il cui funzionamento è basato su rilevazioni mercuriali che, ancorché ufficiali (elaborazioni a cura di ISMEA) sono ritenute non rispondenti alle quotazioni reali dei mercati nazionali e internazionali. Molto più attraente appare la difesa dai rischi mercato offerta dai Fondi Mutualistici di tipo I.S.T. (Income Stabilization Tools) settoriali e sarà interessante seguire l’evoluzione della sperimentazione di Fondi di questo tipo già operativi in Trentino e Veneto.
Per quanto riguarda i rischi fitosanitari e zoosanitari, mentre sono disponibili soluzioni assicurative per alcune epizoozie, le possibilità di sottoscrivere polizze per la copertura di danni da fitopatie e parassiti, nonché da nuove specie di insetti (ad es. la cimice asiatica), sono limitate a pochissime realtà areali. Anche per questa tipologia di rischi, la soluzione di ricorrere a forme di mutualizzazione appare al momento la più interessante e concreta.
Il mercato assicurativo italiano delle polizze contro i danni alle produzioni vegetali causati da avversità atmosferiche offre polizze tradizionali che coprono la perdita quanti-qualitativa di resa produttiva causata dalle avversità cosiddette di frequenza (grandine, vento forte, eccesso di pioggia, eccesso di neve) e/o da quelle catastrofali (gelo, siccità, alluvioni), ma anche da altri fenomeni “accessori” (vento sciroccale, colpo di sole, sbalzi termici, ondate di calore). Questo particolare mercato è caratterizzato da una forte anti-selezione del rischio, con una accentuata concentrazione sia per territorio che per prodotto assicurato. Tali fattori, oltre alla severità dei fenomeni avversi e alla loro sempre maggiore frequenza, è spesso causa di andamenti tecnici fortemente negativi per le compagnie. Per non compromettere la sostenibilità tecnica del particolare comparto assicurativo è auspicabile una maggiore diffusione delle coperture assicurative sull’intero territorio nazionale e una maggiore consapevolezza da parte degli agricoltori circa l’importanza di questi strumenti di gestione del rischio. In merito al rischio sistemico di avversità catastrofali quali il gelo, la siccità e le alluvioni è necessario che la capacità assicurativa e riassicurativa sopportabile dal mercato privato sia integrata e supportata con soluzione pubbliche, sia di carattere assicurativo / riassicurativo che di carattere mutualistico.
A tutela della resa
L’espansione del mercato assicurativo dei rischi agricoli sarà favorita anche dallo sviluppo di schemi di polizza innovativi. Particolare interesse è attualmente rivolto dal mercato nazionale e internazionale allo sviluppo di polizze parametriche (o indicizzate), che possono ampliare l’offerta di coperture assicurative per il comparto agricolo, consentendo al produttore di garantirsi contro i danni causati non solo da temporanei e improvvisi fenomeni atmosferici avversi (tipo la grandine o i nubifragi), ma anche dall’andamento sfavorevole, in un certo periodo (meglio se coincidente con una determinata fase fenologica piuttosto che con l’intero ciclo produttivo della piantagione) e in una certa area più o meno estesa, di specifici fattori climatici che condizionano negativamente la produzione agricola. In particolare, la polizza parametrica consente di tutelarsi per le perdite di resa produttiva dovuti al mancato equilibrio tra variabili climatiche, fondamentali per lo sviluppo ottimale della produzione, quali la temperatura e la piovosità, singolarmente considerate o combinate tra loro e/o con altre variabili quali l’irraggiamento solare, l’evapotraspirazione, le ondate di calore eccessivo.
In un’ottica giuridica, lo schema di una polizza parametrica deve avere alcune caratteristiche che sono basilari per rimanere nell’ambito del principio indennitario e garantire la compatibilità con il quadro normativo nazionale in materia di assicurazioni private. Altri elementi contrattuali sono, invece, indispensabili ai fini dell’ottemperanza alle disposizioni regolamentari comunitarie in materia di sovvenzioni pubbliche.
Sotto quest’ultimo aspetto, la possibilità di determinare la perdita economica per danni di quantità / qualità del prodotto, vegetale o animale, attraverso l’utilizzo di indici biofisici e/o meteorologici, implica l’adozione di un modello, scientificamente testato, in grado di stabilire un’elevata correlazione tra il parametro monitorato e il danno effettivamente subito dall’agricoltore (coefficiente di determinazione R2 prossimo a 1 e margine di errore RMSE <20%). È fondamentale, inoltre, che la correlazione tra parametro e danno sia riferibile ad aree produttive omogenee e che, per ciascuna area, siano disponibili serie storiche dei dati sufficientemente profonde, sia per la variabile indipendente (fattore climatico) sia per quella dipendente (resa quanti / qualitativa).
Inoltre, nel set informativo del contratto assicurativo indicizzato dovrà sempre essere esplicitata la provenienza dei dati utilizzati e la fonte selezionata deve garantire caratteristiche di terzietà, indipendenza, professionalità e affidabilità nel tempo.
Le fasi di rianalisi storica dei dati meteorologici e quella di monitoraggio dei parametri selezionati sono aspetti fondamentali sia per una corretta procedura di pricing che per il funzionamento stesso della polizza indicizzata.
Si può affermare che esiste in Italia un reale interesse del mondo agricolo per le polizze indicizzate, maggiormente se agevolabili con contributo pubblico, ma rimane ignota la dimensione del potenziale mercato di riferimento. In particolare, questo innovativo strumento di gestione del rischio può essere interessante per alcuni comparti produttivi (cereali, oleaginose, orticole da industria, olive da olio), soprattutto nell’ambito dei contratti di filiera dove sono previste specifiche caratteristiche qualitative del prodotto che molto dipendono da alcuni fattori climatici. Altro settore particolarmente interessato alle polizze parametriche potrebbe essere quello dei prati-pascolo nel quale si sono di recente sperimentate, in Italia come in Spagna, Francia e Austria, polizze basate su indici meteorologici ma anche su indici vegetativi (indici di biomassa) misurati attraverso il telerilevamento satellitare.
Si confida che nella prossima programmazione degli aiuti della P.A.C. post 2020 verrà confermata la possibilità di proseguire nella sperimentazione delle polizze parametriche con il beneficio di una sovvenzione pubblica a favore dell’agricoltore / assicurato sotto forma di contributo alla spesa assicurativa.