Il Risk e Insurance Management sul grande schermo
22/07/2020 Autore: Chiara Zaccariotto - Office Manager ANRA
L’estate porta (ve lo auguriamo) un po’ più di tempo libero da dedicare a passatempi come la lettura – anche professionale, perché vi ricordiamo che i nostri contenuti sono sempre a disposizione – o la visione di film. Quanto spazio trovano nella bibliografia cinematografica la figura del Risk Manager e quella di chi si occupa di assicurazioni?
La risposta è sicuramente poco, e nella maggior parte dei casi con una connotazione non proprio positiva. Sul grande schermo, questo mondo sconta infatti spesso la diffusione di uno stereotipo che vede i professionisti del settore come opportunisti e approfittatori di disgrazie, un ruolo in realtà diametralmente opposto agli obiettivi di protezione e supporto da cui è ispirato. E’ una visione che sta cambiando, grazie alla diffusione di una maggiore conoscenza sulle attività di queste figure e all’immagine più amichevole e popolare che i grandi player del settore si stanno impegnando a mostrare con campagne sui media più tradizionali.
In ogni caso, dopo una piccola ricerca abbiamo trovato qualche titolo da suggerirvi … aperti ovviamente ai vostri commenti e consigli.
Buona visione!
Il capitale umano: l’unico film italiano che siamo riusciti ad individuare. Uscito nel 2013 e diretto da Paolo Virzì, ha una narrazione che ruota intorno ad un incidente stradale e alle sue conseguenze, raccontate dal punto di vista dei diversi personaggi. Al centro una disputa sul risarcimento del danno: un romanzo e allo stesso tempo un giallo, secondo meccanismi riconoscibili in tutti i film del regista italiano. Gli assicuratori non escono con un’immagine propriamente vincente da una sceneggiatura che privilegia l’ottica a volte poco informata dei cittadini, e non tiene conto di un sistema di sostenibilità dei risarcimenti, tema su cui il dialogo tra settore e istituzioni continua da anni.
L’appartamento: pellicola in bianco e nero del 1960 diretta da Billy Wilder. Vincitore del Premio Oscar, è tra i cento migliori film di tutti i tempi secondo l’American Film Institute. Protagonista è C.C. Baxter, impiegato in una grossa compagnia di assicurazioni americana, che riesce a ottenere le simpatie dei dirigenti della sua azienda e a fare carriera grazie a favori personali. Una strada opportunista e non priva di problemi, che gli consentirà comunque di raggiungere i suoi obiettivi. Il film dà un punto di vista interno, poco velatamente polemico, alle dinamiche che regolano gli avanzamenti di carriera nelle grosse imprese di qualsiasi tipo, assicurazioni comprese.
Un tranquillo weekend di paura: film del 1972 tratto dal romanzo Dove Porta il fiume di James Dickey e candidato a tre premi Oscar tra cui "miglior film”. Quattro amici di Atlanta decidono di passare il fine settimana tra i boschi discendendo un fiume e affrontando l’avventura inconsapevoli dei risvolti drammatici che avrà. La pellicola si apre con la battuta di uno dei personaggi principali “Insurance? I never been insured in my life. There’s no risk”. Da qui in avanti, molte scene possono essere lette come metafora di ciò che può accadere a un’azienda che non considera i fondamenti della gestione dei rischi. Metafora a parte, resta un bel film.
A proposito di Schmidt: un film commedia drammatica del 2002, diretto da Alexander Payne. L’agente assicurativo Warren Schmidt è appena andato in pensione quando resta improvvisamente vedovo. Per lenire il vuoto e l’angoscia per il futuro, cerca di riavvicinarsi all’unica figlia, e con una serie di tentativi tragicomici tenta di sabotare il suo matrimonio con un fidanzato la cui famiglia è assai squinternata. Nel film, la presenza del mondo assicurativo si limita all’ex professione del personaggio principale, ma l’attore protagonista (Jack Nicholson) meritava l’inclusione nell’elenco.
L’uomo della pioggia: se non l’avete già visto, i nomi da soli potrebbero bastare a convincervi, dal momento che questo film del 1997 è diretto da Francis Ford Coppola e ha nel cast Danny DeVito a Matt Damon, Mickey Rourke e Claire Danes. Racconta la storia di una battaglia legale tra una donna, madre di un bambino malato di leucemia, e una grossa compagnia, che tenta di non riconoscerle alcun indennizzo per le cure. Al settore assicurativo non viene certamente affidato il ruolo dell’eroe buono in questo film, che comunque invita a riflettere sul ruolo sociale, fondamentale, delle assicurazioni.
Benvenuti a Cedar Rapids: pellicola statunitense del 2011, poco conosciuta ma costruita su una spiazzante ironia che secondo noi vale un’ora e mezza del vostro tempo. Il protagonista Tim è un agente assicurativo che, in seguito all’infortunio di un collega, viene incaricato al suo posto dalla propria compagnia di partecipare ad una convention del settore, per far conoscere il nome e l’attività dell’azienda. L’arrivo a Cesar Rapids, hotel sede dell’evento, è l’inizio di tre giorni fatti di attività alternative, strani incontri e discutibili esperienze, che faranno passare totalmente in secondo piano l’obiettivo primario della trasferta. Uno dei pochi film in cui gli assicuratori non sono dipinti come figure tristi o approfittatori, ma come personaggi che sanno divertirsi e prendersi – quando serve - poco sul serio.
Too big to fail: film americano del 2011, è una ricostruzione pur sempre romanzata, ma molto realistica (alcuni dialoghi sarebbero ripresi direttamente da intercettazioni), degli albori della crisi economica del 2008, quando in seguito al crollo della Bear Stearns, anche la Lehman Brothers accusò profondamente gli effetti della crisi del mercato immobiliare e la bolla finanziaria dei mutui subprime, fino a portare ad effetti a cascata sull'intera economia globale. Un momento che ha segnato un confine per il settore economico, finanziario, assicurativo: da allora nessuna compagnia (come prima invece si pensava) può più ritenersi Too big to fail.