Si inceppa la macchina dei consumi
18/11/2020 Autore: Maria Moro
L’Osservatorio Consumi di Mercato Confimprese-EY ha evidenziato ancora a settembre un marcato calo dei consumi rispetto al 2019 e alla leggera ripresa estiva. Un dato negativo determinato in particolare dal blocco del turismo e un segnale d’allarme per gli esiti delle chiusure della seconda ondata.
Da che punto parte il rischio lockdown per le imprese in questa seconda ondata della pandemia? C’è una differenza fondamentale tra le chiusure decise a marzo e quelle che si stanno progressivamente palesando in queste settimane, ed è il fatto che la sospensione delle attività per questa seconda ondata si abbatte su imprese e settori fortemente colpiti da marzo in poi. Questo senza considerare il clima di diffusa sfiducia e le crescenti difficoltà economiche di molta parte dei consumatori. Le criticità emerse dall’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food, elaborato da Confimprese-EY, traccia un trend ampiamente negativo per settori chiave del made in Italy, fonte di lavoro per centinaia di migliaia di persone tra lavoratori diretti e indotto. Ferma restando la prima necessità di tutelare la salute dei cittadini, l’impatto sui consumi del Covid-19 rischia oggi ancora di più di innescare un circolo vizioso che potrebbe coinvolgere l’intero sistema economico.
Dopo una ripartenza lenta tra giugno e luglio, agosto aveva fatto vedere perdite più contenute per i settori analizzati (-11,9% su agosto 2019), peggiorate poi a settembre (-13,5%), avviando un trend negativo che introduce i mesi autunnali in cui la pandemia sta progredendo. A settembre, secondo l’Osservatorio, il progressivo annuo si attesta su un pesante -34,8% sul 2019.
Epicentro la crisi del turismo
Più nel dettaglio, l’andamento peggiore si è registrano nella ristorazione, che chiude settembre a -18%, con un progressivo anno del -37,8%. A settembre l’abbigliamento ha registrato un -12,9% dopo un più positivo -7% di agosto su cui avevano influito i saldi di stagione; per il settore il progressivo anno è ora pari a -35,3%. Leggermente migliori i risultati del non food, che include entertainment, ottica, arredo casa e oggettistica: -6,9% con un progressivo anno di -26,5%. Profondo rosso per il settore travel, con -55% a settembre e un progressivo anno di -62%, un settore chiave che alimenta i trasporti, l’ospitalità, la ristorazione, il commercio e tutto quanto è legato al turismo in un paese a profonda vocazione come l’Italia.
La contrazione dei consumi è evidenziata anche nell’analisi delle Pta (Primary trade area) già prima delle limitazioni poste dal Dpcm di fine ottobre: a settembre centri commerciali e outlet hanno visto un calo rispettivamente del -15,1% e del -10,3%; in città le high street delle città metropolitane (-19.7%) risentono dell’assenza dei flussi turistici, mentre sono migliori i risultati per le città di provincia e le aree periferiche delle metropoli (-9.8% nel mese e -31.3% nel progressivo anno) esito probabilmente del fatto che smart-working e riduzione della mobilità favoriscono gli acquisti di prossimità.
Nell’analisi per aree geografiche i risultati migliori sono registrati nel Sud e Isole (-7% a settembre sullo stesso mese del 2019) e nelle regioni di Nord Ovest (-12,7%), mentre le aree del Nord Est e del Centro segnano -17%.