Le prospettive della telemedicina

05/03/2021 Autore: Maria Moro

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La pandemia ha accelerato l’utilizzo di sistemi tecnologici per le visite e il triage, ma il futuro prospetta anche l’utilizzo predittivo dell’intelligenza artificiale. La realtà mostra tanti progetti in atto che necessitano però di una prospettiva comune

Le condizioni di emergenza sanitaria e di restrizione negli spostamenti che hanno contraddistinto la pandemia hanno spinto l’utilizzo di tecnologie correlate alla telemedicina. Il settore era già in espansione, caratterizzato da una molteplicità di soluzioni e di progetti di sperimentazione, generalmente non coordinati tra loro: questo aspetto risulta fondamentale per lo sviluppo del settore perché l’efficienza, la rapidità di diffusione e anche il controllo dei rischi possono essere influenzati dall’assenza di standard o dall’impossibilità che i sistemi interagiscano tra loro. Tra i principali problemi emersi con l’accelerazione nell’utilizzo della telemedicina si è manifestata proprio la compatibilità tra i dati di sistemi differenti, un aspetto che può compromettere progetti validi. Inoltre, i medici hanno bisogno di una formazione specifica per interagire con i pazienti a distanza e interpretare i dati che ora ricevono. Sul lato delle competenze tecnologiche, le aziende di information technology devono prestare attenzione quando documentano i requisiti del progetto, per evitare di prendere in carico attività sovradimensionate rispetto alle proprie competenze. In futuro i pazienti avranno più dati sanitari a portata di mano e l’intelligenza artificiale svolgerà un ruolo importante nella diagnosi, anche per questo è fondamentale che il personale sanitario sia formato adeguatamente per l’utilizzo delle tecnologie. Non ultimo e fondamentale il tema della protezione dei dati. L’analisi è approfondita nella terza parte del dossier realizzato da Chubb e Kennedy “Il settore Life Science nell’epoca della pandemia”, intitolata “Il grande esperimento della telemedicina”. Per misurare il potenziale attuale del settore, può essere utile sapere che per Markets and Markets il mercato globale delle tecnologie medico – informatiche (Health Tech) dovrebbe crescere di 43 miliardi di dollari solo tra il 2020 e il 2021.

Trovare un linguaggio comune
Se fino a un anno fa la telemedicina era una prospettiva a cui ci si stava avvicinando tramite numerosi progetti, con la pandemia di Covid-19 il settore ha vissuto una forte accelerazione, visto come alternativa alle visite in ambulatorio per ridurre i contatti o come supporto per le struttura sanitarie oberate nel dare soccorso. Visite tramite video, ricette mediche in formato elettronico e triage sono gli aspetti che maggiormente sono stati utilizzati negli scorsi mesi. È emerso che in paesi come Francia e Regno Unito esistono già moltissime soluzioni di telemedicina, la sfida sarà ora integrare i tanti sistemi tecnologici tra loro e nelle grandi strutture sanitarie, trovare un “linguaggio” comune con cui far parlare tra loro le diverse piattaforme. La pandemia ha accelerato un’evoluzione che era prevista su tempi più lunghi, che avrebbero permesso di individuare e implementare le più opportune forme di integrazione tra le piattaforme. Secondo Alex Forrest, Head of Life Sciences – Overseas General di Chubb, in questa fase particolare “l’interoperabilità dei dati da una piattaforma tecnologica all’altra è una delle principali preoccupazioni per quanto riguarda la gestione delle informazioni”.

I rischi tra privacy e responsabilità
L’utilizzo dei dati implica anche un altro ostacolo, rappresentato dalla capacità dei medici di interpretare le informazioni che ricevono, dati tecnici che devono essere compresi correttamente e in tempi rapidi, ragione per cui sarà necessario prevedere anche una formazione dedicata. Altro aspetto di rischio sollevato da Forrest riguarda i problemi legali di carattere giurisdizionale, perché la telemedicina permetterebbe di ricorrere più facilmente a specialisti di altri paesi; in ogni caso il tema della responsabilità sanitaria dovrà tenere conto anche delle implicazioni nell’uso di questa tecnologia.
In tema di rischi tecnologici, in primo piano rimane il rischio di violazione dei dati e della privacy, un contesto normativo in rapida evoluzione a cui le aziende si devono adeguare, in particolare per la conformità al Gdpr.
Sempre in questo ambito, un ulteriore rischio è rappresentato dai sinistri per errori e omissioni (E&O) derivanti dalla violazione del contratto tra committente e aziende di information technology: la novità della materia può determinare da un lato la poca chiarezza sulla definizione dei requisiti richiesti, o la loro evoluzione nel tempo - considerando i tempi lunghi di progettazione –, dall’altro lato potrebbe manifestarsi un’inadeguatezza del fornitore rispetto alle attese del cliente.
Secondo l’analisi di Chubb, nel lungo periodo avranno successo le tecnologie in grado di migliorare quattro fattori: l’accesso all’assistenza sanitaria, i costi, la qualità delle cure e l’esperienza del paziente. L’orientamento sarà comunque quello di andare sempre di più verso una maggiore personalizzazione del servizio, dove anche il paziente sia parte attiva nel proprio percorso di cura.

In allegato il testo completo del dossier di Chubb – Kennedy “Life Science – Il grande esperimento della telemedicina”.

Documenti

Chubb IT7892 LS-Il grande esperimento della telemedicina-Report 202102.pdf

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