Crescono agricoltura e alimentare 4.0

24/03/2021 Autore: Maria Moro

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Il Covid ha rallentato il settore nella prima parte del 2020, ma gli investimenti in tecnologia sono ripartiti nella seconda metà dell’anno. Applicazioni soprattutto sui macchinari agricoli mentre è ancora molto ridotta la superficie coltivata con sistemi 4.0.

L’emergenza Covid ha colpito anche un settore essenziale come quello dell’agroalimentare. Già con il primo lockdown l’impatto sul settore si è manifestato con un rallentamento dell’attività produttiva, con una immediata contrazione della domanda interna e con un ridimensionamento delle attività di interscambio commerciale. 

Le disposizioni che più hanno impattato sono state quelle relative al lato produttivo - per le limitazioni degli spostamenti dei lavoratori del settore, soprattutto quelli provenienti dall’estero -, mentre sul lato dei consumi il sostanziale blocco dei settori turistico e della ristorazione.

Secondo l’analisi presentata da Rica in riferimento ai primi impatti del Covid (“Covid-19-impatti economici nelle aziende agricole. mancati ricavi e perdite in termini di valore aggiunto”), a metà 2020 il 60% delle imprese prevedeva una contrazione del fatturato che per il 13% sarebbe stata superiore al 50%. Per far fronte alle carenze di liquidità finanziaria, le aziende agricole hanno fatto ricorso al risparmio o a forme di autofinanziamento nel 63% dei casi, solo il 15% ha avuto accesso ai finanziamenti e strumenti di emergenza messi in campo dal governo e un consistente 37% risultava ancora in crisi di liquidità.

Guardando alla seconda metà del 2020 i dati dovrebbero essere in leggero miglioramento, resta però il tema di un settore che ha necessità di ripartire, e per farlo potrebbe trarre vantaggio dalla concomitanza tra la nuova Programmazione 2021-2027 e i recenti indirizzi verso la transizione verde e digitale collegati all’ambito del Next Generation EU.


Il tema dell’innovazione - o dell’Agricoltura 4.0 – è stato oggetto dell’analisi condotta dall'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e dal Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, che si è focalizzato sul mercato delle tecnologie informatiche legate all’agricoltura nel 2020, valutando le prospettive di sviluppo.


Dopo aver subìto un rallentamento nella prima metà dell’anno, il mercato dell’Agricoltura 4.0 è ripartito nella seconda parte del 2020, raggiungendo in Italia un valore di 540 milioni di euro (pari a circa il 4% del mercato globale) e registrando una crescita del 20% rispetto al 2019, in linea con l’andamento pre-pandemia. La spesa è trainata dalle soluzioni di agricoltura di precisione – gli strumenti a supporto delle attività in campo – come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato), e i macchinari connessi (30%).

 
I produttori di macchinari in prima linea per il 4.0
Le soluzioni di Agricoltura 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia (oltre 500 sistemi, cresciuti di circa il 20% in un anno) usano prevalentemente sistemi di Data Analytics, piattaforme o software di elaborazione e Internet of Things, e trovano applicazione nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei prodotti in diversi comparti, fra i quali emergono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo. Positivo il dato del 60% delle aziende agricole che utilizza almeno una soluzione digitale, mentre il 38% ne impiega due o più, ma solo il 3-4% della superficie agricola è coltivata con strumenti 4.0, segno che il mercato deve ancora esprimere larga parte del suo potenziale.


Il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 è guidato dai produttori di macchine agricole che ne coprono il 73% del fatturato, seguiti dai fornitori di soluzioni IT e tecnologie avanzate – incluso l’IoT - con il 17%. Questo peso dei produttori di macchinari fa sì che i maggiori investimenti riguardino soluzioni per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole (36% del mercato) e i macchinari connessi (30%); i software gestionali assommano al 13% della spesa, i sistemi per il monitoraggio da remoto di coltivazioni e terreni coprono l’8%, seguono con percentuali minori i sistemi di supporto alle decisioni, le soluzioni per la mappatura di coltivazioni e terreni, e i robot per le attività in campo.


Analizzando la tipologia di soluzioni 4.0 adottate, il 79% è in supporto alla fase di coltivazione, il 45% alla semina, il 35% alla raccolta e il 16% alla fase di pianificazione. Si tratta in genere di soluzioni utilizzabili in maniera trasversale in tutti i settori dell’agricoltura (61%), mentre nell’applicazione a specifici comparti prevalgono l’ortofrutticolo (17%), il vitivinicolo (17%) e il cerealicolo (16%).

Tecnologia al servizio della tracciabilità
Il digitale è sempre più presente anche nell’ambito della tracciabilità alimentare, tanto che l’agroalimentare è il terzo settore per numero di progetti pilota e operativi di Blockchain a livello internazionale, avviati dalle imprese per ragioni commerciali, migliorare l’efficienza della supply chain e per una maggiore sostenibilità ambientale o sociale.


In genere, in Italia crescono le tecnologie per la raccolta, la valorizzazione e la condivisione dei dati lungo la filiera (uso del mobile +65% rispetto al 2019, analisi avanzata dei dati +57%, piattaforme di elaborazione +60%), mentre continua la crescita della Blockchain, presente nel 18% delle soluzioni di tracciabilità (+59%), anche se con un ritmo più lento rispetto al 2019.

 
Nell’ambito della trasformazione, le imprese guardano all’innovazione 4.0 anche se spesso legate a tecnologie di base. L’87% delle 135 imprese analizzate dall’Osservatorio applica o sperimenta almeno una tecnologia digitale, principalmente per rendere più efficienti i processi produttivi (52%), ridurre la distanza col consumatore (47%) e migliorare la gestione logistica e la tracciabilità (45%). Tra le tecnologie più innovative, grande interesse per i Data Analytics (il 19% delle imprese del settore le applica, il 9% le sperimenta), il Cloud (18% e 10%), IoT (16% e 10%), Advanced Automation (13% e 3%) e Blockchain (2% e 6%).


La tracciabilità alimentare è grande protagonista della digitalizzazione del settore, con l’89% del campione intervistato che utilizza soluzioni in questo ambito, in modo particolare le piattaforme per la condivisione dei dati di filiera (30% delle soluzioni, +60% rispetto al 2019).


L’agroalimentare si conferma il terzo settore per numero di progetti di Blockchain a livello internazionale, pari al 7% delle 1.242 iniziative mappate, anche se solo il 31% sono progetti pilota e appena l’8% sono iniziative realmente operative, contro il 61% di annunci. Le ragioni che portano le imprese (più interessate quelle dei settori della distribuzione e della trasformazione) a sperimentare la Blockchain solo commerciali e di marketing (61% dei casi), per migliorare l’efficienza della supply chain (45%) e per una maggiore sostenibilità ambientale e sociale (24%).