Considerazioni del RM a margine della crisi geopolitica mondiale
26/04/2022 Autore: Carlo Cosimi
Il presidente di ANRA Carlo Cosimi, dedica l'editoriale di RM News allo scenario di rischio determinato dalla guerra in Ucraina e alle incognite di una nuova e diversa globalizzazione
Nel momento in cui mi accingo a scrivere questo editoriale è il 34° giorno dall’invasione russa in Ucraina e, nel momento in cui lo leggerete, mi auguro che il tempo delle armi abbia lasciato il passo a quello del negoziato e del buon senso.
Credo non sia facile affrontare questo tema senza scadere nella retorica o nella ripetizione di cose già dette e sentite durante le centinaia di ore di televisione e di dibattito che ormai accompagnano il nostro quotidiano. Mettendo da parte l’emotività che proviamo tutti noi per le immagini di devastazione e sofferenza viste ogni giorno, cercherò di osservare con il distacco di un chirurgo che si appresta a iniziare un intervento delicato, spostando la mia riflessione dalla triste cronaca quotidiana di guerra all’analisi che riguarda possibili evoluzioni del nostro mondo occidentale.
Le domande che mi frullano insistentemente nella testa riguardano tutte lo scenario geopolitico che ci troveremo di fronte al termine di questo conflitto, ovvero quali nuovi equilibri politico-economici avremo? Davvero questo conflitto, come molti sostengono, rappresenterà la fine della globalizzazione, almeno per come l’abbiamo conosciuta negli ultimi 30 anni? Quali scenari di rischio politico le aziende dovranno immaginarsi per pianificare i loro futuri obiettivi e le relative strategie di gestione dei rischi?
Difficile dare adesso una risposta univoca e certa. Probabilmente niente sarà più come prima. Il processo di globalizzazione affermatosi con la fine della guerra fredda e la caduta del blocco sovietico, ha permesso una rapida diffusione e intensificazione degli scambi economico-commerciali e degli investimenti internazionali, imponendo nuovi paradigmi economici con uno sviluppo senza pari dell’economia digitale. Nuovi modelli di azienda e nuovi comportamenti di consumo si sono affermati con una incredibile velocità sull’onda di una rivoluzione e innovazione digitale che ha cambiato il rapporto uomo-tecnologia.
La globalizzazione, con le sue nuove regole, ha travolto tutto entrando in conflitto, in particolare, con due universi: quello governato da sistemi teocratici e quello governato da sistemi autocratici che l’hanno entrambi inizialmente subìta per poi percepirla come la più importante delle minacce. La reazione del primo universo è stata immediata e ha messo di fronte negli ultimi venti anni l’occidente globalizzato con una guerra non dichiarata portata dall’estremismo islamico nel cuore delle nostre città e dei nostri stili di vita. Oggi questo scontro pare spostarsi sul secondo universo, un terreno di scontro più laico rispetto al primo, ma non meno temibile. Soprattutto perché entrano in gioco due potenze mondiali, non solo militari: una, protagonista odierna, e l’altra distaccata osservatrice delle azioni e reazioni di tutti in campo militare, diplomatico e commerciale sul conflitto in corso.
Entrambe però hanno subìto e usato la globalizzazione economica in modo diverso, l’una per riprendersi e crescere dopo la caduta del muro di Berlino, l’altra cavalcandola fino a divenirne un protagonista economico assoluto, capace di muoversi con logiche di mercato nella penetrazione commerciale nei paesi più evoluti, con logiche da neocolonialismo economico in quelli meno evoluti ma ricchi di materie prime pregiate, sempre mantenendo ben saldo il proprio sistema di potere politico interno. Il punto di rottura con questi universi si determina se con la globalizzazione economica arriva anche la globalizzazione dei diritti e delle libertà, il potere politico autocratico sentendosi minacciato da una potenziale contaminazione alle fondamenta reagisce brutalmente.
Come risk manager siamo chiamati, per mestiere, a immaginare e profilare per le nostre aziende i rischi attuali e prospettici, abituati a osservare il passato e il presente con strumenti statistici e metodologici dovremo sempre più ragionare per assunzioni e modelli predittivi su scenari complessi e mutevoli. Cosa possiamo dunque aspettarci nel prossimo futuro? Avremo una nuova e diversa globalizzazione 2.0, una globalizzazione relativa e non più assoluta? Già si intravedono segnali dei rischi più importanti cui andremo incontro e che detteranno le regole del successo o della sopravvivenza delle aziende del futuro, uno su tutti: la capacità di gestire e differenziare gli approvvigionamenti di energia e materie prime in un complesso quadro di limitatezza delle stesse e di complessi incroci sanzionatori e regolatori tra i paesi. Tutto questo, e non dimentichiamolo mai, sullo sfondo di un orologio biologico del pianeta che continua a scandire il proprio ticchettio inesorabile del global warming, oggi coperto dal frastuono delle bombe...
Carlo Cosimi
Presidente di ANRA
Fonte: RM News n.80 - Aprile 2022