La nuova collaborazione ANRA - CoLAP
28/04/2023 Autore: Giulia Gotelli
Dai prossimi numeri RM News darà spazio alla Rubrica Colap, il nuovo format di ANRA per i liberi professionisti del Risk Management. Per presentare il Coordinamento Libere Professioni e il suo ambito di attività abbiamo intervistato la presidente Emiliana Alessandrucci
Il Risk Manager è una figura complessa, che riunisce in sé competenze trasversali.
Suo compito è l’individuazione e l’analisi dei potenziali rischi che potrebbero minacciare la continuità aziendale: per farlo, non deve obbligatoriamente ricoprire il ruolo di dipendente dell’azienda stessa, ma può esercitare la professione anche in qualità di consulente esterno.
Ed è al Risk Manager consulente che viene dedicato il nuovo format di ANRA in collaborazione con il Coordinamento Libere Associazioni Professionali – CoLAP, l’associazione che rappresenta a oggi, con i suoi più di 300 mila iscritti, oltre 200 libere associazioni professionali non regolamentate all’interno di un Ordine.
Anche ANRA è fra i membri di CoLAP, un ulteriore riconoscimento della figura del Risk Manager quale professionista certificato. Per inaugurare il nuovo format Rubrica CoLAP, che prende il nome dal suo co-organizzatore, abbiamo intervistato la sua presidente Emiliana Alessandrucci sulle opportunità di questa partnership.
Il CoLAP è diventato dalla sua istituzione nel 1999 uno dei principali centri di aggregazione per i liberi professionisti italiani, tra cui ritroviamo anche la categoria dei Risk Manager. In cosa consiste l’attività del CoLAP e quali servizi fornisce ai suoi iscritti?
Il CoLAP è la prima forma aggregativa per quanto riguarda le professioni Legge 4/2013; rappresentiamo le istanze di un mondo trasversale che comprende molti settori. Dai beni culturali alle discipline bionaturali, passando dagli amministratori di condomino e per l’appunto dai Risk Manager. Cosa accomuna tutte queste professioni? Innovazione, qualifica delle competenze e la tutela della libera concorrenza.
Nei suoi 24 anni di attività, il CoLAP ha conseguito importanti traguardi nel riconoscimento delle libere professioni, non ultima la riforma del sistema Ateco per le nuove professioni. Perché un’associazione di categoria non ordinistica o un libero professionista dovrebbe fare riferimento a CoLAP?
Perché in questi 24 anni abbiamo rappresentato una delle poche, se non l’unica, voce fuori dal coro. Quando mi siedo a un tavolo istituzionale, spesso e volentieri l’opinione del CoLAP è l’unica che tutela questo mondo, quello delle professioni non ordinistiche, che altrimenti si ritroverebbero ogni volta vittima di norme e limitazioni pensate per chi un ordine lo ha. È per questo che dal 2019 abbiamo aperto il progetto Europa, abbiamo notato che a Bruxelles parlano la nostra stessa lingua, soprattutto in tema di concorrenza. In Italia spesso e volentieri ci ritroviamo a combattere contro i mulini a vento, in Europa no. Nel 2023 è impensabile non avere una doppia rappresentanza, in Europa e a Roma.
Fra le Associazioni iscritte al CoLAP, come già accennato, troviamo anche ANRA, rappresentata nel consiglio direttivo da uno dei suoi soci nonché tesoriere, Alberino Battagliola. Una riconferma della rilevanza che la figura del Risk Manager ha nel mondo assicurativo. Fra i nostri Associati figurano anche consulenti, una categoria a cui ANRA vuole fornire un adeguato supporto anche grazie alla collaborazione con CoLAP: quale valore aggiunto possiamo offrire, secondo lei, grazie alla cooperazione fra i due enti?
Sul fronte consulenti la nostra collaborazione può portare benefici sotto molti punti vista, in particolar modo per quanto riguarda l’equo compenso. La norma in discussione, a firma Meloni, nasce proprio per tutelare i professionisti rispetto ai cosiddetti clienti forti. Pur condividendo la ratio, purtroppo il testo presenta molti problemi, primo fra tutti la natura sanzionatoria e i parametri. Per il CoLAP è fondamentale che le associazioni segnalino problemi ed esempi di malfunzionamento del meccanismo, così da rendere ancora più incisiva l’azione di lobby che il Coordinamento svolge da anni sull’equo compenso.
La formazione rappresenta, per ANRA, un fiore all’occhiello per i suoi associati e aspiranti tali. Un aspetto che ci accomuna, vista l’attività formativa prevista dal CoLAP: in cosa consiste la vostra offerta e quali prospettive potrebbe avere la collaborazione fra i due enti nello sviluppo di un piano comune di attività formativa?
La proposta di formazione CoLAP intende offrire ai partecipanti, siano essi associazioni o singoli professionisti, la possibilità di ampliare la loro conoscenza su tematiche trasversali che impattano quotidianamente sulla loro attività. Metteremo a disposizione di tutte le nostre associazioni e referenti interessati altissime professionalità capaci di trasmettere il loro sapere e le loro competenze. Un esempio è il Portale reclutamento o l’attività che il CoLAP svolge sui codici Ateco, webinar frontali che accrescono le conoscenze degli associati. Il nostro intento è quello di creare un circolo virtuoso che, partendo da un input del Coordinamento, coinvolga tutte le associazioni.
La nuova rubrica che vede la collaborazione dei due enti rappresenta una novità per entrambi: quali aspettative nutre in merito?
Parlare con le associazioni e soprattutto condividere idee e battaglie presenti e future è la linfa vitale del CoLAP. Avere a disposizione uno spazio come questo è un vero e proprio valore aggiunto, e di questo vi ringraziamo profondamente.
Il riconoscimento di nuove figure professionali o di profili che non rientrano negli Ordini rappresenta per il CoLAP una priorità. Nonostante la promulgazione della legge 4/2013, però, ancora oggi le libere professioni riscontrano numerose difficoltà nell’ambito della tutela dei diritti dei lavoratori: quali le principali e come questa collaborazione potrebbe influire su un miglioramento della situazione?
La legge 4/2013 è un punto di arrivo ma anche di partenza, come troppo spesso accade il tutto si gioca sulla sua reale applicazione. In Italia ci sono molti centri di potere che vedono nell’innovazione un nemico da contrastare per mantenere lo status quo. I principali problemi sono relativi, oltre che all’equo compenso di cui abbiamo già parlato, alla mancanza di conoscenza che molte istituzioni hanno del nostro mondo. Quando viene scritta una norma, spesso non si adatta alle professioni associative, per fortuna grazie al lavoro fatto in questi anni accade sempre di meno ma la strada è ancora lunga. Questa collaborazione dovrebbe avere come uno degli obiettivi anche quello di comunicare all’esterno chi siamo, cosa facciamo e perché abbiamo il diritto di stare sul mercato e far valere le nostre competenze.
Giulia Gotelli
Fonte: RM News n.86 - Aprile 2023