Dj e Risk Manager eco-sostenibile
19/05/2023 Autore: Giovanni Favero
Lo show-biz di alto livello come modello evoluto di cultura del rischio e della sostenibilità. Max Brigante spiega la complessità del risk management nel mondo musicale e il valore che quest’ultimo rappresenta per portare avanti tematiche ambientali e inclusive
Pacato, cortese e con uno stile molto british: dialogare con Max Brigante è sempre molto istruttivo e piacevole.
Conduttore radiofonico di successo dalla metà degli anni ‘90, la sua trasmissione MI CASA su Radio 105 è ormai un cult e lui nel frattempo è diventato anche il manager di riferimento di artisti di eccellente livello nella scena musicale italiana.
Max, partiamo dalla tua percezione del rischio: quali sono i principali fattori verso i quali poni massima attenzione come manager dello spettacolo e come conduttore di successo?
C’è una grande differenza tra le due cose: in radio rispondo di me stesso e il principale patrimonio da tutelare è il mio self-branding, per cui abbinando preparazione quotidiana e mestiere sono piuttosto consapevole di potere controllare la situazione.
Viceversa l’imprenditoria e il management di grandi artisti mette in gioco una serie di fattori più complessi e più simili a quelli che può percepire il Risk Manager di una grande azienda: rispondiamo del ritorno su investimenti ingenti, della tutela del lavoro di tante persone e dell’indotto ampio che si genera. Poi ovviamente c’è la reputazione professionale dell’artista e dell’organizzazione stessa. Conosco bene il risk management come disciplina e ti garantisco che lo applico quotidianamente.
Quindi il tuo metodo di prevenzione e controllo su quali elementi si fonda?
In ogni attività che svolgo desidero sempre massima consapevolezza, che peraltro genera serenità professionale, e ho imparato a non inserire mai il pilota automatico abbassando i livelli di attenzione anche quando ci sono cose che ritengo di sapere fare bene. Nel contesto artistico l’imprevisto è scontato, anche se hai svolto con massima attenzione ogni fase preliminare; in quel caso subentra il mestiere nel gestirlo, minimizzare le conseguenze o addirittura fare divenire il rischio una nuova opportunità
Fammi un esempio nella conduzione radiofonica …
L’ospite di una trasmissione può essere la scheggia impazzita che nonostante tutto sia stato preparato al meglio e si sia posta attenzione alle parole, può portare rapidamente verso ambiti sconvenienti dal punto di vista comunicativo.
In questo caso ho imparato che il miglior mezzo di prevenzione è l’atteggiamento empatico e un dialogo rilassato con l’ospite prima della trasmissione. Questa per me è stata la garanzia che ha evitato incidenti in onda e mi ha portato ad avere un’altissima percentuale di interviste riuscite.
Arrivo a dire che questo aspetto è ancora più importante della preparazione dei contenuti dell’intervista, rispetto ai quali ritengo scontato che chi conduce debba essere meticolosamente preparato.
Nelle aziende il Risk Manager è oggi chiamato non solo a prevenire e controllare i rischi dell’azienda ma anche a contribuire a progetti che impattano sul bilancio sociale e sul ruolo nella comunità rivestito da un’azienda. Come manager e imprenditore del mondo della musica ti poni questo quesito?
Certamente e forse sono anche facilitato dal fatto che sono quotidianamente a contatto con persone che per loro natura hanno una spiccata sensibilità.
Un esempio eccellente è Elisa, da sempre molto coinvolta sulle tematiche dell’ambiente: in venticinque anni di carriera è sempre stata coerente promotrice di idee e iniziative in prima persona.
Tanto da portare la nostra organizzazione a collaborare alla definizione di un protocollo su come realizzare live concert con attenzione e massimo rispetto verso l’ambiente. Il protocollo è stato poi redatto con il contributo del Politecnico di Milano e di Music Innovation Hub, impresa sociale che è grande polo per l’innovazione musicale.
È questa la filosofia che ha ispirato il suo ultimo tour?
Per la prima volta Elisa è stata protagonista di una tournée che ha toccato tutte le regioni d’Italia e luoghi teatro di arte e natura. Ogni tappa è stata occasione per valorizzare un luogo di particolare importanza naturalistica, storica o culturale.
Tra i progetti presenti in ogni tappa, c’è stata anche la rassegna di appuntamenti “Dialoghi sulla sostenibilità”, svolti all’interno di un cosiddetto Green Village - un’area allestita con materiali ecosostenibili e realizzati con criteri di sostenibilità anche sociale - e a favore del fondo Music for the planet.
Mi sembra sia stata una cosa bellissima … Cos’è Music for the Planet?
Si tratta di una raccolta fondi lanciata da Elisa con Legambiente e Aworld: si contribuirà al raggiungimento degli obbiettivi del progetto europeo Life Terra, tra cui piantare 9 milioni di alberi in Italia entro il 2050.
Giovanni Favero
Direttore responsabile RM News
Fonte: RM News n.86 - Aprile 2023